Basta un poco di zucchero
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Siamo costantemente bombardati da accattivanti reclame di bibite, merendine e snack alle quali è difficile resistere.
Se pensiamo che il più delle volte i destinatari del messaggio sono i bambini la situazione si complica notevolmente.
A tal proposito, le linee guida 2015 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno evidenziato la necessità di ridurre l’apporto di zuccheri a meno del 10% rispetto al totale energetico assunto durante la giornata [1].
Un importante studio europeo [2], che ha coinvolto anche gruppi di ricerca italiani, ha mostrato che, in un campione di quasi 2000 bambini con età media di 6 anni, la percentuale di energia derivante dall’assunzione di zuccheri raggiunge il 21% dell’energia totale.
La situazione non è migliore oltre oceano, infatti un articolo pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Open afferma che più della metà delle calorie giornaliere assunte dalla popolazione U.S.A. deriva da cibi altamente industrializzati come bevande gasate (analcoliche e non) responsabili di circa il 17% dell’apporto giornaliero di zucchero, seguite da succhi di frutta (14%), torte, biscotti e snack (circa 7%) [3].
Ovviamente, ad essere sul tavolo degli imputati non sono gli zuccheri naturalmente presenti negli alimenti, come quelli della frutta, ma gli zuccheri aggiunti durante i processi di produzione.
Sapete ad esempio quanto zucchero è presente in una lattina della famosa bibita marrone al caramello? Circa 40g, che sono pari a 10 cucchiaini da the.
E in un bricchetto di succo di frutta? Circa 21g, pari a circa 7 cucchiaini da the.
Quello su cui vorrei farvi riflettere è: mettereste mai 7 cucchiaini di zucchero in una spremuta o in un frullato a casa vostra?
Al supermercato è quindi importante leggere l’etichetta dei prodotti facendo anche attenzione ai cosi detti zuccheri nascosti o zuccheri “fantasma”.
Tra questi vi cito lo sciroppo ad alto contenuto di fruttosio, spesso indicato in etichetta con il suo acronimo inglese HFCS (High Fructose Corn Syrup).
Questo zucchero è un derivato della lavorazione del mais e possiede un potere dolcificante più alto di quello dello zucchero semplice, quindi è sufficiente una quantità minore di prodotto per raggiungere la dolcezza desiderata e per questo motivo è spesso usato nei prodotti pubblicizzati come “Light”, come yogurt 0%, ma anche presente in moltissimi prodotti da forno come cracker, biscotti, crostate e fette biscottate.
In modo analogo al fruttosio, per molto tempo utilizzato nelle diete per pazienti diabetici, l’ HFCS promuove le sintesi di grassi a livello epatico e favorisce l’insulinoresistenza e l’obesità.
Leggere sempre attentamente le etichette è quindi basilare per migliorare i propri acquisti e di conseguenza la propria alimentazione, ma preparare da sè lo snack per il lavoro o la merenda per i bambini è sempre la scelta vincente...in questo caso l’etichetta dipende da voi.
1.World Health Organization. Sugars intake for adult and children – Guideline,2015.
2.Svensson A, Larsson C, Eiben G et al. IDEFICS consortium. European children's sugar intake on weekdays versus weekends: the IDEFICS study. Eur J Clin Nutr. 2014;68:822-8.
3.Pan L, Li R, Park S, Galuska DA, Sherry B, Freedman DS. A longitudinal analysis of sugar-sweetened beverage intake in infancy and obesity at 6 years. Pediatrics. 2014;134 Suppl 1:S29-35.