Un americano a Roma ovvero la Dieta Mediterranea
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Il termine dieta mediterranea venne coniato dal Dr A.B. Keys, biologo, fisiologo e nutrizionista americano.
Quest’uomo era il responsabile dell’alimentazione dell’esercito americano durante la seconda guerra mondiale (la famosa “Razione K”) e negli anni ‘50 giunse a Roma per partecipare al primo convegno internazionale sulla nutrizione.
Proprio in quella occasione il Dr. Keys venne a conoscenza della bassa incidenza di malattie come ictus e infarti in diversi paesi del bacino mediterraneo rispetto a quanto osservato negli USA.
Iniziò così a cercare un nesso tra quei dati epidemiologici e le diverse abitudini nutrizionali delle varie popolazioni: alimentazione ricca di carne e grassi animali quella americana, ricca di alimenti di origine vegetale e di pesce quella dei paesi mediterranei.
Si fece quindi promotore del primo grande studio sull’alimentazione, come campione di studio scelse la popolazione del piccolo paese calabro di Nicotera, nei pressi del quale nel frattempo aveva deciso di trasferirsi.
Il Dr. Keys ebbe così modo di studiare da vicino le abitudini alimentari e lo stile di vita che caratterizzavano la realtà sociale dell’Italia nei primi anni del dopoguerra.
Il suo lavoro durò molti anni, ne seguirono poi altri che confermarono i suoi dati, e la “Dieta Mediterranea” divenne un esempio di regime alimentare universalmente riconosciuto.
Si trattava di un’alimentazione povera, che utilizzava quel poco che la natura offriva dopo tanti sacrifici, i punti di forza erano i grassi di origine vegetale (l’olio di oliva) e legumi (eccellente fonte proteica).
Inoltre ciò che rendeva unico questo regime alimentare (è questo il termine più adatto a definirlo) era l’insieme di tradizioni e culture che ruotavano intorno alla preparazione e al consumo del cibo.
Cucinare e mangiare insieme instaura tra i commensali il senso di appartenenza ad una comunità e alle sue tradizioni e arricchisce il cibo di grande significato che va ben oltre il semplice aspetto nutrizionale.
Ben diversa la situazione del mondo moderno dove la moda e la frenesia lavorativa portano l’uomo a mangiare, solo e appollaiato su sgabelli altissimi, cibo industrializzato e preparato in serie.
Quello che tutti gli studi sulla nutrizione a partire da quello del Dr. Keys insegnano è l’importanza delle classi di alimenti da scegliere piuttosto che i singoli prodotti.
La dieta mediterranea infatti non è l’unico regime alimentare che assicura longevità e bassa incidenza di malattie cardiovascolari.
L’isola di Okinawa in Giappone, l’isola greca di Ikaria, Loma Linda in California, Nicoya in Costa Rica e la Sardegarte della così detta Blue Zone.
Quello che accomuna questi luoghi molto lontani fra loro non sono di certo i singoli prodotti utilizzati: l’olio di oliva ad esempio non rientra nella tradizione culinaria giapponese, tantomeno il latte e i suoi derivati.
E’ la scelta di una dieta semplice, con poca carne, basata su cereali integrali, legumi, pesce, frutta e verdura di stagione ad essere la carta vincente dell’alimentazione di queste popolazioni così geograficamente lontane fra loro.
Inoltre si tratta di popolazioni economicamente povere e di conseguenza avvezze a lavori manuali (come la pesca o l’agricoltura), ma ricche di cultura e antiche tradizioni.
Quello che dobbiamo imparare quindi è in primis la scelta degli alimenti (olio EVO, legumi, pesce e cereali integrali su tutti), poi la moderazione nelle porzioni (purtroppo o per fortuna non siamo più pescatori o contadini), poco alcool e aboliti gli zuccheri raffinati.
A.B. Keys visse tutta la vita in Italia e morì a 101 anni assistito dalla moglie ultra novantenne e dalla fidata governante, attualmente ottantene.